Il tabarro

Oggi vi parlo del tabarro, un capo che ho scoperto da poco, grazie ad alcuni amici e alla pagina Facebook Civiltà del Tabarro.

Il tabarro è un indumento tipicamente italiano, le cui origini si radicano addirittura nei costumi dell’impero romano. Questo mantello ampio, tradizionalmente molto utilizzato in ambito militare e nobiliare e prettamente in ambito maschile, cadde in disuso durante il Fascismo, in quanto considerato simbolo anarchico. Continuò ad essere indossato, fino a qualche decennio fa, dalla classe contadina. Essendo infatti composto da un panno molto spesso e caldo, offriva naturale riparo dal freddo pungente e dall’aria umida (tipici dell’inverno padano).

Rispetto ad altri mantelli, il tabarro è composto da una ruota intera (di varie lunghezze, a seconda dell’altezza del proprietario e del contesto nel quale viene indossato), con un’unica cucitura dietro la schiena, senza bordi (in quanto il panno viene tagliato a vivo). Il tabarro si chiude grazie ad alamari, di varia fattura, e il collo può essere impreziosito da pelliccia.

La vera particolarità sta nell'”intabarrarsi”: gettandosi dietro la spalla uno dei lembi, e contemporaneamente portando internamente all’altra spalla il lembo rimanente, si ottiene una sovrapposizione di stoffa molto protettiva.

Tanti famosi personaggi portarono questo capo iconico: da Giuseppe Verdi al grande Guareschi, che lo cita spesso nel suo Mondo Piccolo (in foto una vignetta tratta da “don Camillo a fumetti” edito da Renoir)

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In quanto emiliana, della “Bassa” come direbbe Guareschi, appena ho scoperto questo capo ho subito voluto provarlo, indossarlo. E, come sempre, sono passata all’azione realizzandone una prima versione in grigio, molto lunga:

Le clienti hanno subito apprezzato, e sono passata alla realizzazione su misura per due clienti. Il primo tabarro, in blu, ha una chiusura già sovrapposta, quindi laterale, e una stoffa a righe. Ringrazio la cliente/modella/amica Michela per la foto e la commissione!

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Il tabarro nero invece, è classico e tradizionalmente lungo e nero.

Per la sottoscritta ho cucito infine un tabarro più corto (che io trovo comodissimo per le faccende quotidiane), con chiusura dorata e collo in ecopelliccia:

Che dire..? Mi sono totalmente innamorata di questo capo senza tempo, e voi?

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Altre informazioni sul tabarro:

Cenni storici

Il grande Sandro Zara, il maestro del tabarro in Italia

3 pensieri riguardo “Il tabarro

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